1. Non fossilizzarci in un orario fisso. Siccome ci siamo già abituati allo smart working e alla flessibilità intrinseca di questa tipologia di lavoro, ciò che prima veniva risolto in un orario fisso con determinate pause, ora è diventato un’attività “on demand” secondo il volume di lavoro. Ciò può provocare fatica e cattiva gestione del tempo, che si traduce nel procrastinare alcune attività per poi non avere il tempo di completarle.
2. Rifugiarsi nel lavoro individuale. Lavorare da casa non significa non essere più parte di un’impresa, e ancora di più di un team di lavoro. È necessario rimanere in contatto con i colleghi, realizzare riunioni di follow-up e continuare a fomentare il lavoro di gruppo, dato che migliorarsi all’interno del proprio team non è cosa facile e, dopo aver raggiunto degli obiettivi comuni, perdere questa capacità potrebbe significare un rallentamento di tutto il gruppo.
3. Dimenticare in che periodo dell’anno ci troviamo. In molte aziende, il telelavoro è arrivato per rimanere, quindi, oltre a dover incontrare uno spazio in casa dove poter svolgere le nostre attività, dobbiamo considerare la quantità di luce naturale a disposizione a seconda della stagione dell’anno, e quando invece abbiamo bisogno di illuminazione artificiale di supporto, che ci aiuti a concentrarci. È fondamentale collocarci a seconda della mano dominante perché non ci siano dei riflessi sulla scrivania, coadiuvare l’illuminazione generale con una lampada da tavolo aggiustabile (come la lampada INVITING) o proiettare sempre una luce calda di 4000K.


5. Lasciare da una parte le attività rilassanti. Da un lato, il nostro spazio quotidiano ridotto alla nostra casa, dall’altro le restrizioni che non ci permettono di relazionarci tanto con l’esterno, la maggior parte della gente ha abbandonato le attività rilassanti. È necessario invece recuperarle, anche se con formati differenti o senza muoversi troppo, perché sono veramente necessarie per schiarirsi la mente, riposare e riprendere il lavoro con rinnovata verve.
